La nostra filosofia

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Crediamo che ogni forma di vita sia legata da un unico filo, che intreccia una miriade di meravigliose connessioni e abbraccia tutti noi qui a San Polino: le persone che lavorano la terra, le piante, gli animali, gli insetti, i microrganismi e i più ampi sistemi naturali che li sostengono. Questo filo si estende verso l’esterno, fino a chi ci viene a trovare, a chi importa i nostri vini e a chi condivide una bottiglia, ovunque si trovi nel mondo.

Siamo convinti che le qualità di equilibrio, armonia, eleganza e struttura che rendono un vino un oggetto estetico siano lo specchio della ricchezza di vita degli ecosistemi da cui nasce. Non si tratta soltanto di valori ambientali, ma anche estetici. Un vino vivo e complesso è il ritratto di un luogo emozionante e dinamico.

 

Quando acquistammo San Polino e le sue terre nel 1990, trovammo un luogo rimasto intatto dalla modernizzazione. I suoli non avevano mai conosciuto pesticidi o diserbanti e i boschi che circondavano la proprietà erano incontaminati e selvaggi.

In quegli anni Gigi (Luigi Fabbro, co-proprietario e co-fondatore della cantina San Polino) lavorava a progetti di sostenibilità nella foresta amazzonica, dove entrò in contatto con le antiche pratiche di permacultura delle comunità indigene locali. Sistemi capaci di rinnovare costantemente la fertilità del suolo attraverso il compostaggio naturale e un’integrazione strettissima con l’ambiente circostante.

Questa filosofia fu applicata fin dall’inizio ai nostri principi agricoli. La natura incontaminata della tenuta San Polino significava che il nostro compito non era restaurare, ma proteggere: ridurre al minimo il nostro impatto e permettere agli ecosistemi esistenti di prosperare. Il nostro obiettivo era creare una cantina autosufficiente, capace di camminare con leggerezza sulla terra e di avere un impatto minimo oltre i suoi confini, producendo al tempo stesso vini di livello mondiale, espressione autentica del terroir.

Così, nel 1994, San Polino divenne la prima azienda di Montalcino a ottenere la certificazione biologica, e da allora abbiamo aperto la strada a diverse tecniche di viticoltura rigenerativa, successivamente adottate anche da molte altre cantine.

Lavoriamo con curiosità e senso di responsabilità, cercando sempre di comprendere i dinamici ecosistemi che sostengono le nostre vigne. Quanto più riusciamo a cogliere le complessità di questi sistemi viventi, tanto meglio possiamo fare i nostri vini.

Per questo invitiamo ricercatori – geologi, botanici, entomologi, ornitologi, specialisti dei lieviti e altri ancora – a collaborare con noi. Per questo osserviamo, sperimentiamo e ci adattiamo.

Le prove in corso per accrescere la sostenibilità comprendono l’adozione dell’agroforestazione – in particolare della vitiforestazione – ovvero l’integrazione degli alberi all’interno del vigneto. Stiamo esplorando come questa tecnica, un tempo pratica comune nell’agricoltura preindustriale, possa aumentare la biodiversità del suolo, rafforzare le reti miceliali tra le piante e contrastare l’innalzamento delle temperature grazie all’ombreggiatura naturale garantita dagli alberi stessi. Un lavoro entusiasmante e promettente, all’avanguardia e al tempo stesso radicato nella tradizione.

Il nostro impegno per la rigenerazione va oltre il vigneto. Compostiamo tutti i residui della vigna, seminiamo piante azotofissatrici ed evitiamo i trattamenti di sintesi, scegliendo invece di sostenere i naturali alleati della vite: funghi, batteri e insetti benefici.

I nostri campi rimangono per la maggior parte dell’anno senza recinzioni, e incoraggiamo la biodiversità integrando siepi e mantenendo corridoi naturali che favoriscono la vita animale. Non usiamo mai pesticidi chimici: al contrario, inoculiamo i vigneti con microrganismi amici e insetti predatori che competono o si nutrono naturalmente dei patogeni. Alleviamo api e piantiamo fiori e graminacee autoctone che attirano insetti utili in tutto il vigneto.

In quanto membri del Porto Protocol, il nostro impegno ambientale guida anche le scelte in cantina e oltre: dall’uso di bottiglie più leggere e capsule ridotte, al cartone proveniente da fonti sostenibili. Tutta la nostra energia elettrica proviene da fonti rinnovabili e i boschi che circondano la tenuta agiscono da serbatoi di carbonio, sostenendo il nostro obiettivo di neutralità climatica.

Siamo certificati biologici (ICEA) e biodinamici (AgriBio Piemonte), membri dell’Associazione Italiana di Agroforestazione e riconosciuti come Rifugio Naturale. Queste affiliazioni sostengono il nostro impegno di lunga data a creare vini che siano al tempo stesso eccellenti e portatori di un significato ecologico.

A San Polino crediamo che l’armonia della natura generi grandi vini. Il nostro approccio si fonda sull’agricoltura rigenerativa, sulla consapevolezza ecologica e su un impegno di lunga data a lavorare in profonda relazione con il mondo naturale, nella sua ricchezza e complessità.

Coltiviamo come se la nostra vita ne dipendesse, perché è così. Questa filosofia non è statica, ma viva. Si evolve con la terra, le stagioni, le persone e le conoscenze che via via acquisiamo.

Ciò che rimane costante è la convinzione che lavorare insieme alla natura generi vini che non portano con sé soltanto sapore, ma anche significato. Vini con struttura, longevità e una vera espressione del loro terroir.

Consideriamo ogni bottiglia di San Polino come un’opera d’arte performativa. Porta con sé la nostra filosofia di vita, la nostra famiglia, le nostre risate e le nostre discussioni, il ritmo del nostro lavoro insieme. Racchiude il vitigno, gli alberi, il clima e le piogge, e come abbiamo gestito la chioma. E così via, all’infinito.

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